Riomaggiore

Riomaggiore, così come le altre Cinque Terre, è stretta tra il Mar Ligure e la ripida catena montuosa che si distacca dall’Appennino presso il Monte Zatta e scende in direzione sud-est facendo da spartiacque tra la Val di Vara e la zona costiera. Il centro storico, il cui nucleo originario risale al XIII secolo, è situato nella valle del torrente Rio Maggiore, l’antico Rivus Major dal quale il borgo prende il nome.

L’abitato è composto da diversi ordini paralleli di case torri genovesi che seguono il ripido corso del torrente. Il nuovo quartiere della Stazione, così chiamato in quanto sviluppatosi a partire dalla seconda metà del XIX secolo in seguito all’arrivo della ferrovia, è situato invece nell’adiacente valle del torrente Rio Finale (Rufinàu), così denominato in quanto segnava un tempo il confine tra le terre di Riomaggiore e quelle di Manarola (Manaèa).

Le due vallate su cui si estende l’abitato sono separate dalla ripida costa di Campiòne (Canpiòn), sulla cui parte inferiore si erge il castello del borgo. La valle del Rio Maggiore è sormontata dal Monte Verugola (Verügua), le cui tre cime, raffigurate nello stemma comunale, rappresentano da sempre il simbolo del borgo.

Riomaggiore fa parte della Comunità Montana della Riviera Spezzina e del Parco Nazionale delle Cinque Terre.

L’origine del borgo di Riomaggiore, secondo un’antica leggenda tramandata oralmente, ma non convalidata da fonti storiche, viene fatta risalire all’VIII secolo. Si narra infatti di un gruppo di profughi greci che, per sfuggire alle persecuzioni dell’imperatore iconoclasta Leone III di Bisanzio, dopo varie peripezie, approdarono presso la punta di Montenero e costituirono degli insediamenti nella zona di crinale. Questi abitati, tra i quali figuravano Cacinagora, Sericò, Montenero, Limen e Casale, furono poi annessi alla marca obertenga.

Fu soltanto dopo l’anno 1000 che, grazie alla maggiore sicurezza dei mari dovuta all’espansione della Repubblica di Genova, gli abitanti dei primitivi insediamenti collinari poterono progressivamente scendere verso il mare, dando così origine al primo nucleo del borgo di Riomaggiore, situato nell’attuale quartiere della Marina.

Le prime notizie storiche sul territorio di Riomaggiore risalgano al XIII secolo ed in particolare al 1251, quando gli abitanti del distretto di Carpena si riunirono per giurare fedeltà alla Repubblica di Genova nella guerra contro Pisa. I borghi erano tuttavia allora ancora feudo del marchese Turcotti, signore di Ripalta, nei pressi di Borghetto di Vara, il quale intorno al 1260 fece costruire il castello ed altre fortificazioni.

l territorio di Riomaggiore passò poi ai Fieschi, dai quali fu venduto nel 1276 a Genova assieme agli altri borghi delle Cinque Terre e a gran parte del levante ligure.

Il dominio genovese garantì alle Cinque Terre un periodo di tranquillità politica e di espansione economica e commerciale: è in questo periodo che fu potenziata la viticoltura attraverso l’opera di terrazzamento delle colline e il vino ivi prodotto divenne famoso in tutta Europa. Segno di questa fioritura fu, in tutte le Cinque Terre, la costruzione di nuove chiese, più grandi e più belle di quelle originarie. A Riomaggiore, la costruzione della parrocchiale di San Giovanni Battista ebbe inizio nel 1340 per volere del vescovo di Luni Antonio Fieschi.

La storia di Riomaggiore seguì poi le alterne vicende della Repubblica di Genova, fino a quando nel 1818, in seguito alle decisioni prese nell’ambito del Congresso di Vienna, quest’ultima venne annessa al Regno di Sardegna. Poi, alla fine del secolo, grazie alla costruzione della linea ferroviaria Genova – La Spezia, Riomaggiore e le Cinque Terre uscirono da uno storico isolamento, anche se la strada carrozzabile arriverà soltanto negli anni sessanta del secolo scorso.