Manarola, così come le altre Cinque Terre, è stretta tra il Mar Ligure e la ripida catena montuosa che si distacca dall’Appennino presso il Monte Zatta e scende in direzione Sud-Est facendo da spartiacque tra la Val di Vara e la zona costiera. Il borgo sorge nel tratto terminale della valle del torrente Groppo. Le abitazioni variopinte, costituite dalle tipiche case torri genovesi, si affacciano una ridosso all’altra sulla via principale, detta Via Discovolo ricavata dalla copertura del corso d’acqua. Il paese poi si inerpica sul costone roccioso che si protende sul mare, determinando un intreccio di stretti carrugi, i quali corrono paralleli su più livelli intermedi collegati da irregolari scalinate in ardesia. Ad nord-ovest di Manarola troviamo altri tre borghi delle Cinque Terre, ossia Monterosso, Corniglia e Vernazza, mentre a sud-est è Riomaggiore. Fra i cinque borghi è il più piccolo dopo Corniglia.
Storia
Manarola nasce dallo spostamento di popolazioni che dalla Val di Vara e dall’insediamento romano di Volastra si muovono verso il mare per sfruttarne le risorse. Il suo nome deriva, forse, dal latino Manium arula, che significa “piccolo tempio dedicato ai Mani”, ma l’etimologia rimane ancora molto incerta.
Luoghi di interesse
La chiesa parrocchiale di San LorenzoA monte dell’abitato si incontra la piazza pricipale di Manarola, attorno alla quale sorgono l’Oratorio dei Disciplinati, la Torre campanaria e la parrocchiale di San Lorenzo, realizzata in stile gotico e risalente al 1338. La facciata della chiesa è caratterizzata da un pregevole rosone attributo a Matteo e Pietro da Campilio, gli stessi autori di quello di San Pietro di Corniglia. Sotto il rosone si apre il portale di forma ogivale, con alcune decorazioni trecentesche. L’interno della chiesa è strutturato su tre navate con quella centrale doppia rispetto alle laterali. Entrando, a sinistra si incontra subito il fonte battesimale ai cui piedi è poggiata una antica misura genovese di capacità per aridi. Nella navata di sinistra si trova un trittico proveniente da Volastra risalente al XV secolo che raffigura San Lorenzo tra i Ss. Antonio abate e Bernardino. Sull’arco della navata centrale è situato un crocifisso della seconda metà del ‘400, mentre alla parete dietro l’altare maggiore si trova un pregevole polittico (Madonna e santi) dello stesso periodo.
Il castello, un tempo baluardo difensivo contro le incursioni dei pirati saraceni, intorno al quale era sorto il nucleo centrale del paese, nei secoli è stato trasformato in abitazione privata, ma è tuttora ben riconoscibile per la sua struttura arrotondata in pietra. La porta di accesso è visibile in Via del Baluardo.
In una posizione privilegiata per ammirare la magnifica struttura del borgo, è Punta Bonfiglio su cui si snoda un camminamento costruito dai manarolesi ed aperto nel 1968 che permette di collegare la Marina con lo scalo di Palaedo. Sulla parte più alta di Punta Bonfiglio sorge il piccolo cimitero del paese. Impressi sulla facciata sono i versi finali della poesia Liguria di Vincenzo Cardarelli:
« O aperti ai venti e all’onde liguri cimiteri!
Una rosea tristezza vi colora
quando di sera, simile ad un fiore
che marcisce, la grande luce
si va sfacendo e muore. »
Molto suggestivo è inoltre l’ultimo tratto di Via Belvedere che costituisce un vero è proprio balcone a picco sul mare, terminando in una panoramica piazzetta dedicata ad Eugenio Montale, sulla cui targa sono riportati i primi versi della poesia Riviere:
« Riviere, bastano pochi stocchi d’erbaspada
penduli da un ciglione sul delirio del mare. »
Manarola si è dotata di un piccolo paranco, particolarmente funzionale per calare in acqua oppure issare le barche, le quali vengono ordinatamente parcheggiate lungo Via Birolli, la strada principale in prossimità della Marina.